Elba isola di poeti e narratori

Elba isola di poeti e narratori è un'antologia, ma non un' antologia critica perché non sono una critica, né desidero esserlo. E' il percorso di una lettrice che ha con la parola scritta un rapporto emotivo, empatico, emozionale e non intellettuale, che tenterà di dare uno sguardo sugli scrittori elbani e sull’Elba nella letteratura.

sabato 25 maggio 2013

Lettera di Nunzio Marotti a Sergio Rossi autore di Uliano



Caro Sergio,
absit iniuria verbis: inizio con questa locuzione, a te cara, per mettere le mani avanti nel caso dicessi stupidaggini.
Non ho competenze critico-letterarie ma qualcosa voglio dire sul tuo “Uliano”.
1)      Mi è piaciuto prima di tutto perché mi ha fatto divertire. Non c'è che dire: una bella lettura rilassante.
2)      Ci ho trovato dentro la passione e gli interessi del Sergio che conosciamo.
3)      Per me elbano d'adozione (sull'isola da oltre un quarto di secolo), è stata una immersione nella cultura elbana, scoprendo abitudini e modi di dire nella vita di paese nel decennio successivo alla seconda guerra mondiale.

4)      Ho trovato molto belli alcuni elementi: la tenerezza di Uliano (con la progressiva scoperta del mondo in uno stato di innocenza un po' pasoliniana), le speranze di un padre, la tenacia della donna (Virginia con il suo “piano piano tutto si aggiusta”), la testimonianza cristiana di don Silvio (con descrizione-ricordo che sfiora le corde della nostalgia per il 'divino autenticamente umano').
5)      I personaggi che, grazie alle descrizioni molto concrete (scevre da considerazioni e valutazioni filosofiche o morali del narratore), si riescono a vedere e quasi toccare. Una varietà e ricchezza (anche nelle stranezze – ma forse ognuno di noi, a suo modo, è strano agli occhi altrui) che ricorda De André e Spoon River. Tutto frutto delle tue note capacità di osservazione, memoria e affabulazione
6)      La lotta di classe (o, più politicamente corretto, il conflitto sociale) emerge da un intreccio di componenti: politica, sesso, cibo, lavoro, uso del tempo libero, personalismi... Una sorta di ampliamento del celebre conflitto fra peppone e don camillo.
Sergio, sono queste alcune delle cose che mi sono sentito di dirti.
Desidero, però, concludere con un'annotazione che, in questo momento storico, ritengo particolarmente importante e credo che emerga dalle pagine del tuo libro. Mi riferisco alla centralità delle relazioni umane, alla convivialità, all'abitudine di condividere con altri (seppur nei limiti della dignità, del decoro e del pudore) le gioie e i dolori, in una sincerità a volte sconcertante. Insomma, c'è un'umanità (spesso ferita ma, quasi sempre, ricca di speranza e, perciò, di capacità di ripresa) che fuoriesce prepotentemente da queste relazioni interpersonali prossime.
Penso che, nel nostro tempo (del digitale e del virtuale, dell'incertezza e della paura indotta, dell'illusione dell'individualismo e dell'identità di consumatori), questo sia un elemento che deve farci riflettere e portarci alla scoperta o ri-scoperta del valore delle persone e delle relazioni umane.
Grazie.
Nunzio Marotti

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