Elba isola di poeti e narratori

Elba isola di poeti e narratori è un'antologia, ma non un' antologia critica perché non sono una critica, né desidero esserlo. E' il percorso di una lettrice che ha con la parola scritta un rapporto emotivo, empatico, emozionale e non intellettuale, che tenterà di dare uno sguardo sugli scrittori elbani e sull’Elba nella letteratura.

sabato 29 giugno 2013

Oreste, il «guastafeste» - Del Buono, l'enfant terrible che ha distrutto i luoghi comuni della carta stampata di Enzo Magri

Nel numero 45 della Rivista Lo Scoglio, dalla quale provengono molti degli articoli che riporto nel blog, ho trovato quest’interessante intervista di Enzo Magri a Oreste Del Buono. Pubblicata su Lo Scoglio nel 1995 offre non solo un ritratto dell’uomo Del Buono, ritratto che emerge dal taglio e dal contenuto delle sue risposte, ma anche  un quadro dell’ambiente culturale, giornalistico ed editoriale dal fascismo agli anni 90 e dell’evoluzione culturale e editoriale nel ‘900.




Oreste, il «guastafeste»
Del Buono, l'enfant terrible che ha distrutto i luoghi comuni della carta stampata
di Enzo Magri
 
Pubblicata su Lo Scoglio  III Quadrimestre 1995 - Anno XIII pp. 7-12





-Del Buono lei è stato fascista?
 «Sono stato balilla e avanguardista».

-E' stato anche comunista?
 «Comunista e responsabile di cellula».

- E adesso che cos'è?
«Fasciocomunista apostolico romano».

sabato 22 giugno 2013

Di mare di luna e di sabbia di Carlo Murzi




Vecchio Uomo  

Vecchio uomo, che riposi
appoggiando i gomiti sullo
schienale di una seggiola di
di paglia. All’ombra, nel calore
di agosto, pensi alle ombre e
alla luce. Ombre dei tempi passati
che ti scorrono davanti, luce…..!
Riposi la tua vita, ma non il pensiero,
che indietro torna su avvenimenti e
battaglie superate.
Però soddisfatto miri l’orizzonte, ma
ansioso, per l’arrivo di un giorno quando
dovrai oltrepassarlo per abbandonarlo.


sabato 15 giugno 2013

La mia isola di Gaspare Barbiellini Amidei


La mia isola


'Elba è l'Elba. Per capirlo basta salire su un   traghetto a Piombino, poche migliaia di lire, e lasciare la terraferma, possibilmente senza portarsi la macchina. A piedi si cammina bene. Affittare la bicicletta è un'avventura senza fatica. Ci sono corriere. Napoleone non capì che l'Elba è l'Elba e morì a Sant'Elena, che è una spiacevole isola. L'Elba non è esattamente un'isola. E una piccola patria , troppo grande per essere un'isola-isola, fatta di un' isolanità e di mare, di voglia serale di continente e di malinconia notturna per essere separati dagli altri, al di là del canale, troppo stretta per essere un'isola di respiro demografico e geografico, come la Sicilia e la Sardegna. E' la più facile e accessibile fra le esperienze particolari del turismo, milioni di perso ne hanno la possibilità di trovarsi dentro un diverso  pianeta dopo soltanto un'ora di viaggio per mare. Non c'è nulla di esotico né di stravagante, la campagna è toscana, la radice è etrusca, l'architettura è romanica, poi rinascimentale e poi barocca. Portoferraio e Porto Azzurro sono fortezze importanti, urbanisticamente iscritte nella storia dell'arte, Marciana è una minuscola città Stato che batteva moneta. Ma non c'è nulla di eccezionale in questo spazio tipicamente italiano.

sabato 8 giugno 2013

Weiss Giorgio - Anni 2003/2004



Nel 2003 e nel 2004 Giorgio Weiss  preparò per il Comune di Portoferraio A colloquio con le Muse  nove incontri teatrali con personaggi della letteratura e del teatro.


 



L’attore MassimoWertmuller         



iniziò la rassegna con un recital e alcune notizie su Girolamo Savonarola e le sue "Prediche" , per poi passare ai versi di Ginsberg e del Belli. Dopo lo spettacolo ebbi la sensazione che non fosse rimasto soddisfatto del numero di spettatori, forse era abituato a platee più numerose, tuttavia il teatro era quasi pieno e lui venne molto apprezzato e applaudito a lungo.


sabato 1 giugno 2013

Brignetti, il mare e l'impossibile individuazione di Noemi Paolini Giachery

Un saggio che merita di essere letto per entrare nell'opera di Brignetti, un testo critico che è comprensibile anche per i non addetti ai lavori, come me, e nel quale emerge la pianta uomo Brignetti con chiarezza e nei cui rami, spesso, possiamo ritrovarci in quanto isolani.

BRIGNETTI, IL MARE, L'ISOLA E L'IMPOSSIBILE INDIVIDUAZIONE 

Dichiaratamente antiaccademico e antintellettualistico, uno scrittore come Raffaello Brignetti non per questo si presenta semplice e lineare alla lettura e alla interpretazione.
Una «foresta di simboli» (per citare il suo prediletto Baudelaire) ci viene incontro e ci immette nel suo intrico. È vero  che i simboli di Brignetti sfuggono alla razionalizzazione: nel suo universo ogni tentativo di definizione risulta frustrato e l'oggetto da definire si sottrae, si maschera. La vera ideologia di Brignetti è il rifiuto dell'ideologia. Uno spirito fenomenologico lo porta a sentire l'impossibilità di ridurre a schema la multiforme e fluida esperienza reale da cui pure non può prescindere la vera conoscenza. Per questo la sua scrittura si apre in misura estrema all'ambiguità, alla polisemia.
Tuttavia il lettore di Brignetti cui l'autore trasmette la sua inquietudine è diviso tra la volontà di abbandonarsi alla suggestione dei singoli momenti, delle immagini, dei colori, delle atmosfere, delle pause liriche e contemplative - e delle parole che mediano i significati -, e la curiosità per i sensi riposti che si intuiscono quanto mai ricchi e complessi. Per dirla con le sue stesse parole «sarebbe bello osservare questa forma liberamente, questa esistenza, un'astrazione ormai»; ma l'indagine faticosa - e forse alienante - si impone categoricamente. L' interprete critico non può sottrarsi al tormento di chi sente contraddittoria la propria funzione di «philosophus additus artifici», cioè di accanito teorizzatore impegnato nello snaturare, razionalizzando a tutti i costi, un messaggio linguistico che dice la sua specifica verità proprio scegliendo un linguaggio polivalente e ambiguo e respingendo la riduttiva univocità della logica indispensabile per altre imprese conoscitive.