Foto tratta dal sito Mucchio Selvaggio
SON DELL' ELBA!
Sono passati più di trent'anni da quando ho fatto valigie di
sola andata con la motonave "Aethalia". Diciamo che in questo non breve
lasso di tempo ho girato abbastanza in Italia e altrove così come è destino di
molti abitanti delle isole. Girando e rigirando si conosce , volenti o meno, un
sacco di gente e, come sapete, è abbastanza di prammatica, dopo poche frasi
sulla salute e il tempo, rispondere alla classica domanda sulle origini:
"Lei di dov'è?".
Talvolta una domanda di convenienza nel senso che
all'interlocutore interessa un fico secco delle nostre origini. Un po' come
quando ci vien chiesto come stiamo. Guai ad abboccare e tirar fuori che si
soffre d'ulcera o magari che la moglie è scappata con un altro. La buona
educazione prevede un auto-matico: "Bene, grazie, e lei?". Altre
volte è invece vera curiosità, forse per vedere se l'altro ha indovinato la
nostra provenienza dall'accento o eventualmente dall'aspetto. Questo è infatti
il mio caso e devo dire che ho soddisfazione quando l'azzecco, mettendo a
frutto la conoscenza dei dialetti e delle fisionomie regionali o nazionali. Ma
quando lo chiedono a me ho imparato ad andar
sul vago rispondendo con perifrasi del tipo "son toscano" oppure
"della provincia di Livorno" e sapete perché? La ragione è che se
dico "son dell'Elba" spesso e volentieri l'interlocutore incomincia a
dilungarsi in esclamazioni estasiate, ricche di ricordi balneari per poi
concludere con il solito "beato te" etc. etc. Dovrei essere contento
e invece no perché tali improvvisi tuffi nei ricordi mi fanno venire una
malinconia fottuta. Difatti gli incontri di cui sopra avvengono spesso a migliaia
di chilometri di distanza, in un treno per Kyoto piuttosto che su un aereo per
Damasco. Magari il tempo è uggioso, c'è uno smog che si taglia a fette e il
mare, se c'è, è tutto fuorché azzurro. Non solo, andando avanti nella
conversazione, se l'interlocutore prende un po' di confidenza, gli viene
spontaneo di commentare : "ma chi te lo ha fatto fare"? (intendendo
di venir via dall'Elba). E a quel punto provate a dargli torto. Ma ci sono
anche gli "ignoranti" che l'Elba non sanno dove sia, con punte di
delirio (da parte di stranieri scarsi in geografia ma anche in storia) che la
confondono con Sant'Elena per via di Napoleone che, non per sua scelta, credo,
le aveva visitate tutte e due. Tirar fuori la Toscanità è invece molto più
conveniente : italiani e stranieri dimostrano normalmente verso i toscani una
particolare simpatia. Le ragioni, credo, sono tante. Che sia dovuto al fatto
che la lingua italiana ce la insegna la mamma prima della maestra, che si
mangia sano e saporito, che ci abbiamo la battuta facile e un innato spirito
indipendente. E poi ti privilegiano di avere sotto il naso il meglio dell'arte
italiana, vivere in paesi e città che sono musei a cielo aperto, aver dato i natali a fior di
concittadini illustri, non ultimo Benigni. . In ogni caso, anche in quei paesi
europei o nordamericani dove taluni pregiudizi verso gli italiani sono duri a
morire, il fatto di dichiararsi toscano consente un immediato recupero di immagine,
percepibile dalla reazione dell'interlocutore più pronto a catalogarti come
"mafia, spaghetti e mandolino". "I come from Toscany"
pertanto e mene vanto.
Ivo Bandi
Lo Scoglio n. 47 – anno 2003
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