Elba isola di poeti e narratori

Elba isola di poeti e narratori è un'antologia, ma non un' antologia critica perché non sono una critica, né desidero esserlo. E' il percorso di una lettrice che ha con la parola scritta un rapporto emotivo, empatico, emozionale e non intellettuale, che tenterà di dare uno sguardo sugli scrittori elbani e sull’Elba nella letteratura.

sabato 27 aprile 2013

Quando parla il cuore di Anna Maria Carletti Marini

Da Anna Maria Carletti, Quando parla il cuore, Ibiskos,1998



MINIERA

Rosse colline luccicanti al sole,
vagoni grigi sopra le rotaie,
oscure volte delle gallerie,
suono assordante di motori ansanti:
miniera, ti distendi in faccia al mare
e con le tue colline tocchi il cielo.
S’aggrappa in mezzo ai sassi la ginestra
dai fiori gialli del color dell’oro,
ti manda il bosco attorno il suo profumo
e appari bella là su quelle cime.


Ma nei mattini grigi dell’inverno,
penetra il freddo tra le rozze vesti
degli operai intenti alla fatica,
ed alle membra giunge e le raggela.
E quando il vento forte di libeccio
infuria amaro contro la montagna,
nugoli rossi del tuo minerale
sferzano il viso, offuscano la vista;
e nei meriggi caldi dell’estate,
in mezzo alle tue dune il sole avvampa
e di sudore grondano le fronti.
Son bruni i volti, ruvida la pelle,
rosse le vesti, e nello sguardo amaro,
dipinta è la durezza della vita
di chi guadagna il pane alla miniera.
Così, vedevo il volto di mio padre,
a sera, quando a casa ritornava;
brillava tra le rughe il minerale
e dentro agli gli occhi suoi si dipingeva
appena l’ombra di un sorriso stanco.


A TE
(A ciascuno dei miei scolari all’ultimo anno delle elementari)

Lo so che rimarrò nei tuoi ricordi,
quelli più cari della dolce infanzia;
ricorderai il mio volto, or triste, or lieto,
riascolterai la voce mia sommessa
scandire i versi d’una poesia.
Ricorderai che spesso ti guardavo dritto
negli occhi per un lungo istante:
lo sai? Volevo leggerti nel cuore
sì come nelle pagine di un libro:
e vi ho letto, e lo so che tu sei buono,
ed è per ciò che io sono felice.
Se ti ricorderò? E me lo chiedi?
Come, quando avanzata ormai negli anni,
come dimenticare i giorni brevi
trascorsi accanto a te, fanciullo mio?
Ritornerò in silenzio tra le mura
dell’aula troppo stretta e tanto cara,
con la finestra aperta su quel mare
che ci dava spettacoli stupendi
di calme intense e di burrasche oscure.
Mi siederò in silenzio sulla sedia,
dietro la vecchia cattedra scrostata;
ti chiamerò, e tu dirai la storia,
di Garibaldi, dell’eroe famoso
che salpò con i mille il cinque maggio
dallo scoglio di Quarto là in Liguria;
ed io ti ascolterò, ma a poco a poco,
gli occhi miei di lacrime ricolmi
non ti vedranno più e vuoto il banco,
e vuoto intorno, ed io sarò là sola
co’  miei ricordi dolci del passato,
cari fantasmi d’un’età lontana.



VOLTO DI MIO PADRE

Ogni solco una storia, una pena;
volto stanco bruciato dal sole,
volto stanco che un tempo bambino
cercò invano carezze di madre.
Una vita che seppe il dolore
e il sapore più amaro del pane.
Fu matrigna, fu dura la terra
che ti vide ricurvo su lei;
terra rossa impastata di ferro,
terra scura dell’aspra campagna.
Volto bruno sferzato dal vento,
volto bruno rigato di pioggia.
Mandò invano l’inverno il suo gelo
e l’estate le vampe di fuoco;
eri lì, come solida torre,
che non cede all’insidia del tempo;
tra le zolle, tra sassi, tra sterpi,
eri lì, sulla terra riarsa,
che beveva il sudore del volto;
nell’incerto bagliore all’alba,
nella luce del giorno che muore,
eri lì con le mani arrossate,
con le dita spaccate dal freddo.
Sulle labbra, un sapore d’amaro.


FORSE

Ma forse sono là,
oltre quel cielo,
in ginocchio,
ai piedi di una croce
che pregano,
che sperano,
che attendono.
O forse,
sono immersi in una luce,
una luce che è Amore,
che è Dio
e non sanno più nulla della terra,
di noi,
di ciò che è stato.
O forse,
come foglie nell’autunno,
vagano attorno e cercano qualcuno.
Forse,
la loro voce
è nel lamento
del vento
che ora passa tra le fronde,
ora chiama
alle porte, alle finestre.
Forse,
la loro voce
è dentro all’onda
che senza posa
batte sulla riva
e sembra non avere pace.
O forse,
la loro voce
è ormai un sussurro,
lievissimo,
così come il respiro,
un battere di ciglia,
lo schiudersi di un fiore;
e ci passano accanto
e noi passiamo,
indifferenti,
in mezzo a loro
e non vediamo
che implorano uno sguardo
che forse,
stanno mormorando un nome.
Forse…


MATTINO D’ESTATE

Tremola il sole sopra l’acqua chiara
e incontro al sole volano i gabbiani;
brucia la sabbia sotto ai piedi nudi;
solitaria la spiaggia si distende
tra le colline verdi di pinete.
Una brezza leggera m’accarezza,
profumata di resine e di mare
e mi avvolge la luce del mattino
con i bagliori del color di perla.
Mi siedo sulla riva e guardo il mare.
E l’occhio mio lontano là si perde
dove l’azzurro cupo delle onde
pare lambire dolcemente il cielo.
E mi sento sospesa a poco a poco
in quello spazio immenso ed infinito,
baciata da quel sole del mattino,
dall’aria fresca dal sapor del mare.
Immersa in quell’azzurro senza fine,
in quelle meraviglie del creato,
sento nel cuore un’improvvisa pace
che ha sapore di cielo, di divino;
sento la forza di una mano grande
che accese in cielo il lume delle stelle,
che diede ai fiori un magico profumo
e ad ogni uomo un cuore per amare;
sento la forza di Colui che vive
in tutto ciò che è bello e grande e santo;
un sentimento tenero mi assale,
una lacrima bagna la pupilla,
e dalle labbra sgorga una preghiera.

1 commento:

  1. ho conosciuto Anna Carletti e suo papà. abbiamo passato grazie alla sua grande cortesia ed anche a quella di cesina, sua moglie,lunghe estati nella sua casa di campagna al piano dove curava con grande meticolosità la sua campagna. si piegava sui fagiolini, sulle insalate, sul prezzemolo ed all'alba innaffiava tutto con grande fatica ma all'aria aperta. Grandi discussioni storiche e politiche contornate anche da risate e profondo rispetto. rispetto che derivava dalla sua storia, dalle sue fatiche, e dalla sua umanità. un ringraziamento ad anna che lo ha ricordato benissimo nelle sue poesie.ho rivisitato con la memoria quei momenti. ivan e anna.

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