Foto di Cecilia Pacini
L’Elba in primavera
A rigore, nell'Elba non si dovrebbe parlare di un effettivo distacco dal
mare o dalla propria bellezza nemmeno d'inverno. In questo preciso
senso è un'isola senza "alienazione": ovvero sempre presente a se
stessa.
I primi tuffi si fanno in marzo; in qualche parte sussiste la tradizione di riprendere i bagni in mare nel momento in cui si "sciolgono" le campane., il sabato santo; sicché con l'alternarsi nel calendario della data pasquale, anche nei primi giorni di aprile, anche appunto in marzo. Ma è pur vero che all'Elba si dice "gennaio lampadaio", locuzione intesa a significare che lungo gli scogli si trovano in gennaio molte patelle, da raccogliersi tra acqua e roccia, asciutto e bagnato, a piedi scalzi; pratica ora forse meno frequente perche pochi ormai raccolgono lampade, ma non perche il freddo marino sia più temuto di un tempo.
Anche d'inverno il clima è tranquillo, il paesaggio è verde, i mandorli all'Elba fioriscono in gennaio, qualcuno in dicembre.
In primavera, però, questa macchia mediterranea che all'Elba dà la verzura del paesaggio, fiorisce. E' un fatto importante. Come in Corsica, la sorella maggiore, i profumi si diffondono; e non sia inteso ciò come un discorso romantico di maniera: davvero si tratta di profumi intensi, avvertibili dappertutto, come è vero che dappertutto c'e macchia.
E le automobili attraversano zone folte di macchia, i paesi sono cinti di macchia, ci sono case, ville e alberghi nella macchia. E macchia vuol dire ginestre, eriche, scope, stipe, pruni, lentischi, rosmarini, rovi, altre piante note col nome solo ai botanici e nella realtà notissime ad uomini e animali, tutte in fiore: tutto un verde punteggiato di colori, sparso di profumi. L'importanza di questo fatto, per un uomo moderno,
che in esso si afferra sensibilmente la nuova stagione. L'uomo moderno ha perduto o in parte dimenticato il naturale mutare delle stagioni.... Qui lo ritrova.
I primi tuffi si fanno in marzo; in qualche parte sussiste la tradizione di riprendere i bagni in mare nel momento in cui si "sciolgono" le campane., il sabato santo; sicché con l'alternarsi nel calendario della data pasquale, anche nei primi giorni di aprile, anche appunto in marzo. Ma è pur vero che all'Elba si dice "gennaio lampadaio", locuzione intesa a significare che lungo gli scogli si trovano in gennaio molte patelle, da raccogliersi tra acqua e roccia, asciutto e bagnato, a piedi scalzi; pratica ora forse meno frequente perche pochi ormai raccolgono lampade, ma non perche il freddo marino sia più temuto di un tempo.
Anche d'inverno il clima è tranquillo, il paesaggio è verde, i mandorli all'Elba fioriscono in gennaio, qualcuno in dicembre.
In primavera, però, questa macchia mediterranea che all'Elba dà la verzura del paesaggio, fiorisce. E' un fatto importante. Come in Corsica, la sorella maggiore, i profumi si diffondono; e non sia inteso ciò come un discorso romantico di maniera: davvero si tratta di profumi intensi, avvertibili dappertutto, come è vero che dappertutto c'e macchia.
E le automobili attraversano zone folte di macchia, i paesi sono cinti di macchia, ci sono case, ville e alberghi nella macchia. E macchia vuol dire ginestre, eriche, scope, stipe, pruni, lentischi, rosmarini, rovi, altre piante note col nome solo ai botanici e nella realtà notissime ad uomini e animali, tutte in fiore: tutto un verde punteggiato di colori, sparso di profumi. L'importanza di questo fatto, per un uomo moderno,
che in esso si afferra sensibilmente la nuova stagione. L'uomo moderno ha perduto o in parte dimenticato il naturale mutare delle stagioni.... Qui lo ritrova.
Anche in mare: come dire nel perimetro sempre visibile e
presente dell'isola. Questo è un mare limpido, il cui fondo lungamente
appare allo sguardo; è mare, diversamente da altre grigie immensità,
sensibile al sole, all'aria e alla stagione. Il maestrale incomincia.
Vi
galleggiano sopra o ne sono intessute fra le piccole onde come bolle
nel vetro le velelle : creature lievissime, in parte trasparenti, che
vanno col vento dove questo le porta, orientando una "velettina" dalla
punta azzurra. In terra, nella macchia, si sente cantare il chiù; per
mare e lungo le spiagge si vedono queste velelle erratiche e a badarci
bene un tantino misteriose.
Una speciale fioritura è anche quella
che, pur non recando veri e propri fiori, arricchisce l'isola di
vegetazione con nuove gemme e nuovi rami: in mare, dove con le basse
maree si distendono al bordo degli scogli erbini e muschi di ogni
specie, sotto cui circolano sciami di pescetti ed altri esseri viventi
appena nati, mentre, su per la rena delle spiagge, il primo maestrale ha
spazzato la coltre di alghe invernali, lasciando una fresca pulizia; in
terra, dove sulle molte mura antiche germogliano i capperi, i fichi
selvatici, l'edera, mentre nella parte alta dell'isola si inverdiscono i
castagni. Inoltre dappertutto la vegetazione aumenta poiché l'Elba,
dove non ê coperta di macchia o di altre limitate coltivazioni, è
ricamata di vigne in pendii, in terrazze, in appezzamenti talvolta vasti
e più spesso piccoli, minuti, come in un gioco a domino; e tutte queste
vigne si riempiono di foglie creando una copertura ininterrotta di
verde pastello.
La stagione si manifesta con la medesima ricchezza -
e permanente armonia naturale - anche fra gli animali: dai capretti
alle svariatissime specie di uccelli (l'Elba è per esempio l'unica terra
italiana dove, forse anticamente portati dalle Canarie, furono trovati i
canarini allo stato libero), ai pulcini, ai vitelli, ai pesci...
Stagione questa di passo dei pesci azzurri che incomincia, poi di tonni,
di argonauti quei polpetti che navigano a galla sul maestrale in una
nicchia leggera, come le velelle, di palamite, di aguglie.
Logico
che anche l’attività umana abbia un risveglio. Inizia la grande pesca:
da quella dei motopescherecci, a quella sportiva - ma anche un po'
professionale - dei battelli, dei panfili, a quella subacquea. Un ramo
di corallo, una cernia o una cesta di sgombri, di sardine o di acciughe,
ne sono l'insegna; un dentice, un'orata....Battelli e navi vanno e
vengono, con traversate ed orari, ormai, simili a quelli dell'estate,
non solo fra l'isola e il continente ma attorno per l'arcipelago:
Giglio, Capraia, Gorgona, Pianosa, Montecristo e Giannutri, oltre le
isolette e gli scogli minori, sono punti di approdo, di arrivo, di
partenza o di passaggio; in un movimento di pescatori, turisti,
impiegati, sensali, albergatori, cuochi, cantanti, marinai,
commercianti, contadini.... C'e nell'aria un fervore: voci, gesti,
incontri.
L'isola non ha più quel carattere "locale" e riservato ai
mesi passati: comunica ampiamente, in modi molteplici. Sul piano
nazionale e internazionale, ove, anche se con qualche astrazione,
giacché il turismo mai s'interrompe veramente, si volesse stabilire un
inizio della stagione turistica, questo sarebbe nei giorni di Pasqua.
Gli
alberghi adesso sono tutti riaperti e rinnovati; lì penetra l'aria
nuova e il ritorno del pubblico; cosi i ristoranti, le pensioni, le
trattorie, i night; sulla costa le ville splendono di colori freschi,
vi si è conservata, sebbene generalmente queste abitazioni siano di
forestieri, la ridente ambizione isolana di mettere mano a vernici e
tinte proprio con l'arrivo della primavera. Specialmente le signore sono
in gran da fare in questi giorni nell'isola: si tratta di preparare la
casa per l’estate... Intanto, nelle spiagge, luccicano le cabine,
rimesse in ordine e dipinte, di stabilimenti balneari di alberghi o
privati. Sono sistemate le piste, si danno gli ultimi ritocchi ai
giardini, alle piscine. Canta il chiù, migrano le velelle: l'isola
d’Elba è tornata ad essere un luogo di beatitudine, dove la primavera è
tuttora una primavera piena di vibrazioni, di opere, di trasalimenti,
quest'anno, come l'anno scorso, eppure, in ogni nuova stagione, sembra,
pia viva. Le barche sono pitturate.
Raffaello Brignetti
Testo tratto da Lo Scoglio II Quadrimestre 2002 – Anno XX pp.6-7
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