Elba isola di poeti e narratori

Elba isola di poeti e narratori è un'antologia, ma non un' antologia critica perché non sono una critica, né desidero esserlo. E' il percorso di una lettrice che ha con la parola scritta un rapporto emotivo, empatico, emozionale e non intellettuale, che tenterà di dare uno sguardo sugli scrittori elbani e sull’Elba nella letteratura.

venerdì 5 aprile 2013

L'Elba in primavera di Raffaello Brignetti

Foto di Cecilia Pacini


L’Elba in primavera

A rigore, nell'Elba non si dovrebbe parlare di un effettivo distacco dal mare o dalla propria bellezza nemmeno d'inverno. In questo preciso senso è un'isola senza "alienazione": ovvero sempre presente a se stessa.
I primi tuffi si fanno in marzo; in qualche parte sussiste la tradizione di riprendere i bagni in mare nel momento in cui si "sciolgono" le campane., il sabato santo; sicché con l'alternarsi nel calendario della data pasquale, anche nei primi giorni di aprile, anche appunto in marzo. Ma è pur vero che all'Elba si dice "gennaio lampadaio", locuzione intesa a significare che lungo gli scogli si trovano in gennaio molte patelle, da raccogliersi tra acqua e roccia, asciutto e bagnato, a piedi scalzi; pratica ora forse meno frequente perche pochi ormai raccolgono lampade, ma non perche il freddo marino sia più temuto di un tempo.
Anche d'inverno il clima è tranquillo, il paesaggio è verde, i mandorli all'Elba fioriscono in gennaio, qualcuno in dicembre.

In primavera, però, questa macchia mediterranea che all'Elba dà la verzura del paesaggio, fiorisce. E' un fatto importante. Come in Corsica, la sorella maggiore, i profumi si diffondono; e non sia inteso ciò come un discorso romantico di maniera: davvero si tratta di profumi intensi, avvertibili dappertutto, come è vero che dappertutto c'e macchia.
E le automobili attraversano zone folte di macchia, i paesi sono cinti di macchia, ci sono case, ville e alberghi nella macchia. E macchia vuol dire ginestre, eriche, scope, stipe, pruni, lentischi, rosmarini, rovi, altre piante note col nome solo ai botanici e nella realtà notissime ad uomini e animali, tutte in fiore: tutto un verde punteggiato di colori, sparso di profumi. L'importanza di questo fatto, per un uomo moderno,
che in esso si afferra sensibilmente la nuova stagione. L'uomo moderno ha perduto o in parte dimenticato il naturale mutare delle stagioni.... Qui lo ritrova.
Anche in mare: come dire nel perimetro sempre visibile e presente dell'isola. Questo è un mare limpido, il cui fondo lungamente appare allo sguardo; è mare, diversamente da altre grigie  immensità, sensibile al sole, all'aria e alla stagione. Il maestrale incomincia.
Vi galleggiano sopra o ne sono intessute fra le piccole onde come bolle nel vetro le velelle : creature lievissime, in parte trasparenti, che vanno col vento dove questo le porta, orientando una "velettina" dalla punta azzurra. In terra, nella macchia, si sente cantare il chiù; per mare e lungo le spiagge si vedono queste velelle erratiche e a badarci bene un tantino misteriose.
Una speciale fioritura è anche quella che, pur non recando veri e propri fiori, arricchisce l'isola di vegetazione con nuove gemme e nuovi rami: in mare, dove con le basse maree si distendono al bordo degli scogli erbini e muschi di ogni specie, sotto cui circolano sciami di pescetti ed altri esseri viventi appena nati, mentre, su per la rena delle spiagge, il primo maestrale ha spazzato la coltre di alghe invernali, lasciando una fresca pulizia; in terra, dove sulle molte mura antiche germogliano i capperi, i fichi selvatici, l'edera, mentre nella parte alta dell'isola si inverdiscono i castagni. Inoltre dappertutto la vegetazione aumenta poiché l'Elba, dove non ê coperta di macchia o di altre limitate coltivazioni, è ricamata di vigne in pendii, in terrazze, in appezzamenti talvolta vasti e più spesso piccoli, minuti, come in un gioco a domino; e tutte queste vigne si riempiono di foglie creando una copertura ininterrotta di verde pastello.
La stagione si manifesta con la medesima ricchezza - e permanente armonia naturale - anche fra gli animali: dai capretti alle svariatissime specie di uccelli (l'Elba è per esempio l'unica terra italiana dove, forse anticamente portati dalle Canarie, furono trovati i canarini allo stato libero), ai pulcini, ai vitelli, ai pesci... Stagione questa di passo dei pesci azzurri che incomincia, poi di tonni, di argonauti quei polpetti che navigano a galla sul maestrale in una nicchia leggera, come le velelle, di palamite, di aguglie.
Logico che anche l’attività umana abbia un risveglio. Inizia la grande pesca: da quella dei motopescherecci, a quella sportiva - ma anche un po' professionale - dei battelli, dei panfili, a quella subacquea. Un ramo di corallo, una cernia o una cesta di sgombri, di sardine o di acciughe, ne sono l'insegna; un dentice, un'orata....Battelli e navi vanno e vengono, con traversate ed orari, ormai, simili a quelli dell'estate, non solo fra l'isola e il continente ma attorno per l'arcipelago: Giglio, Capraia, Gorgona, Pianosa, Montecristo e  Giannutri, oltre le isolette e gli scogli minori, sono punti di approdo, di arrivo, di partenza o di passaggio; in un movimento di pescatori, turisti, impiegati, sensali, albergatori, cuochi, cantanti, marinai, commercianti, contadini.... C'e nell'aria un fervore: voci, gesti, incontri.
L'isola non ha più quel carattere "locale" e riservato ai mesi passati: comunica ampiamente, in modi molteplici. Sul piano nazionale e internazionale, ove, anche se con qualche astrazione, giacché il turismo mai s'interrompe veramente, si volesse stabilire un inizio della stagione turistica, questo sarebbe nei giorni di Pasqua.
Gli alberghi adesso sono tutti riaperti e rinnovati; lì penetra l'aria nuova e il ritorno del pubblico; cosi i ristoranti, le pensioni, le trattorie, i night; sulla costa le ville splendono di colori  freschi, vi si è conservata, sebbene generalmente queste abitazioni siano di forestieri, la ridente ambizione isolana di mettere mano a vernici e tinte proprio con l'arrivo della primavera. Specialmente le signore sono in gran da fare in questi giorni nell'isola: si tratta di preparare la casa per  l’estate... Intanto, nelle spiagge, luccicano le cabine, rimesse in ordine e dipinte, di stabilimenti balneari di alberghi o privati. Sono sistemate le piste, si danno gli ultimi ritocchi ai giardini, alle piscine. Canta il chiù, migrano le velelle: l'isola d’Elba è tornata ad essere un luogo di beatitudine, dove la primavera è tuttora una primavera piena di vibrazioni, di opere, di trasalimenti, quest'anno, come l'anno scorso, eppure, in ogni nuova stagione, sembra, pia viva. Le barche sono pitturate.

Raffaello Brignetti

Testo tratto da  Lo Scoglio II Quadrimestre 2002 – Anno XX pp.6-7

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