Elba isola di poeti e narratori

Elba isola di poeti e narratori è un'antologia, ma non un' antologia critica perché non sono una critica, né desidero esserlo. E' il percorso di una lettrice che ha con la parola scritta un rapporto emotivo, empatico, emozionale e non intellettuale, che tenterà di dare uno sguardo sugli scrittori elbani e sull’Elba nella letteratura.

sabato 2 marzo 2013

Il nostro scoglio visto da Gaspare Barbiellini Amidei

Gaspare Barbiellini Amidei  aveva in programma di riunire in un libro tutti gli articoli che aveva scritto sull’Elba e telefonò per chiedermi di aiutarlo  a recuperare quanto era stato pubblicato sulla rivista Lo Scoglio di Aulo Gasparri e sugli altri giornali isolani. Purtroppo non ha potuto realizzare questo suo progetto. Cercherò, per quanto mi sarà possibile, di riunire qui i suoi articoli anche per ricordare quanto ha scritto e fatto per l’Elba.
L’articolo che riporto sotto è apparso sul numero 0 de Lo Scoglio II Trimestre Anno 1 – Primavera –Estate 1983 p. 5



 Il nostro scoglio
visto da Gaspare Barbiellini Amidei

Non è mica un’isola, l’isola d’Elba. Anch’io ho creduto per tanto tempo che lo fosse, e che l’insularità fosse il suo fascino, la certezza di poter lasciare ogni sera dieci chilometri di mare fra sé e il mondo. Noi elbani la chiamavamo lo scoglio, a sottolineare questa condizione apparente. Ora che sono più vecchio, e ci torno più spesso, mi sono accorto che la mia terra non è un’isola, è una patria strana, completa, non separata da  nulla d’altro che si possa fare o desiderare.
            In un certo momento del giorno, di un giorno qualsiasi, all’Elba mille persone possono vivere in modo diverso e simile, nella tranquillante certezza che Dio, dentro questi centoquarantasette chilometri di costa, non ti nega niente di ciò che sia lecito sperare. Se non trovi qualcosa, fra la spiaggia e i mille metri del Monte Capanne, se resta l’inquietudine di qualcosa che devi andare a cercare altrove, sul continente, vuol dire che un’isola è dentro di te, non fuori, che dentro è una separazione fra l’esserci e l’avere. Non fuori: dove le vigne e le strade, il bosco e la roccia, le case e i castelli, le barche e le biciclette, i fossi e i pozzi, le chiese e i cimiteri, le piazze e i sentieri sono un universo concluso, sufficiente.
Certo oggi, molti ragazzi che non possono più fare gli operai e i minatori, i contadini e gli spaccapietre, che sono stati depredati da una politica rapinosa venuta dal continente, devono partire. Ma questo è un altro discorso, obbligato, l’Elba, le sue cose, i suoi luoghi non c’entrano, non hanno colpa se rischiano di divenire davvero isola. Ogni altra nave che attracca ad agosto, una ogni sessanta minuti, costruisce un ponte inutile con la terra ferma, costringendo l’Elba per paradosso ad essere un po’ più isola.
            Per il turista, che è bene accetto, che oggi è sopravvivenza per chi vive su questa terra, può valere un consiglio: si lasci andare. Prenda una strada qualunque, in salita, abbandonando appena può alle spalle la spiaggia di agosto, se li goda questi ultimi paesini quasi intatti, Marciana, San Piero, Sant’Ilario, Poggio, Capoliveri, Rio Elba. Percorra questa campagna che è unica, boscosa e marina, con la vite verde-chiara, i pagliai e molto fieno di campi abbandonati.
            Se potete, mentre siete ospiti, non dimenticate che eravamo nati per altro, che non fosse il turismo, eravamo nati elbani per chiedere alla nostra terra soltanto minerali, grano, vino, latte e quanto altro bastava. Ora  gli elbani offrono sole e mare e una gentilezza un po’ frettolosa, ma non servile. Se siete ospiti, non dimenticate che ogni gesto inutile di chiasso e di arrogante invadenza è una pugnalata a questa terra. E tornate, se potete, un giorno qualunque d’inverno, quando alle sette di sera, partito l’ultimo vapore, avrete la sensazione che la solitudine della voracità, della frenesia, della carriera, della paura di restare senza folla , è altrove, al di là del mare. Venite, ma lasciate l’altra isola lontano da noi.

1 commento:

  1. L'isola come occasione di (ri)trovare, anche se stessi. Purché lo stato d'animo sia d'apertura, d'ascolto, di capacità di assaporare lo scoglio con tutti e cinque i sensi
    M.Gisella Catuogno

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