La mia isola
'Elba è l'Elba. Per capirlo basta salire su un traghetto a Piombino, poche migliaia di
lire, e lasciare la terraferma, possibilmente senza portarsi la macchina. A
piedi si cammina bene. Affittare la bicicletta è un'avventura senza fatica. Ci
sono corriere. Napoleone non capì che l'Elba è l'Elba e morì a Sant'Elena, che
è una spiacevole isola. L'Elba non è esattamente un'isola. E una piccola patria
, troppo grande per essere un'isola-isola, fatta di un' isolanità e di mare, di
voglia serale di continente e di malinconia notturna per essere separati dagli
altri, al di là del canale, troppo stretta per essere un'isola di respiro
demografico e geografico, come la Sicilia e la Sardegna. E' la più facile e
accessibile fra le esperienze particolari del turismo, milioni di perso ne
hanno la possibilità di trovarsi dentro un diverso pianeta dopo soltanto un'ora di viaggio per
mare. Non c'è nulla di esotico né di stravagante, la campagna è toscana, la radice
è etrusca, l'architettura è romanica, poi rinascimentale e poi barocca. Portoferraio
e Porto Azzurro sono fortezze importanti, urbanisticamente iscritte nella
storia dell'arte, Marciana è una minuscola città Stato che batteva moneta. Ma
non c'è nulla di eccezionale in questo spazio tipicamente italiano.
Le coste
sono rocciose o sabbiose, la macchia mediterranea ha i colori tipici delle sue
essenze, c'è ginestra e c'è lentisco.
L'attrezzatura moderna della sua industria delle vacanze ha lo standard
dell'Italia di esportazione. Non c'è nessun motivo di sorpresa.
Eppure arrivi all'Elba, uomo-massa di una estate-massa,
e ti trovi in un altro mondo. Questa è un'isola lontana dal mare. Al mare ci
vai, al mare chiedi di darti il servizio estivo di ogni mare delle ferie, il
paesaggio è bello, i venti sono clementi, non esiste ressa sulla battigia. Ma
così è anche altrove nei litorali della Toscana. E che in questa isola il
mare è soltanto un contesto. Lo vedi, lo
senti, ne godi. Ma lo straordinario é oltre il salmastro. L’Elba dei suoi sette
comuni, delle chiesette, dei santuari, delle vigne, dei sentieri, l'Elba dei
castagni, del castello del Volterraio, dei fari,l’EIba delle formiche di
scoglio affioranti a pochi metri dalla riva per farle corona, l'Elba del
finocchio selvatico e dei funghi di novembre, l'Elba delle rare ma
rintracciabili sorgenti, l'Elba delle barche per i pescatori di polpo e di
totano, l'Elba dei mercati è un'isola capace di cambiarti vita, carattere e
prospettive. Arrivi per due giorni e ti ci insabbi.
Non vuoi andartene. Parti ma vuoi tornare.. Ti
lascia una nostalgia insistente, ti offre un segno di appartenenza. Sbarchi
turista, ti rimbarchi elbano.Ed elbano non è un modo di divertirsi ma di essere
e di pensare, un modo di vivere separato dalla insopportabile terraferma degli
affanni.
Il globo divide gli abitanti in tre categorie, una
maggioranza che è gente dei continenti, una minoranza che è gente delle isole,
e una singolarità che è la gente dell'Elba, lontana così dal mare come dalla
terraferma. L'ora che la separa dagli altri i conta un millennio.
Gaspare Barbiellini Amidei
Tratto da “ Lo Scoglio” III quadrimestre 1995 – Anno XIII n.
45 p.5
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