Foto di Fabio Guidi
Elba 1983: Il mistero di Vamos a Capraya
Marina di
Campo, Isola d'Elba, fine luglio dell'anno 1983.
Verso le ore
22 di quella caldissima nottata, mentre sul lungomare prospiciente la spiaggia
si sta svolgendo il solito, fittissimo passeggio serale, compare all'improvviso
un gruppo di circa una ventina tra giovanotti e ragazze, vestiti in mondo
decisamente pittoresco.
Chi indossa
un rozzo pigiama a strisce; chi si è presentato con al piede una palla con la
catena (fatta con carta di giornale pressata); chi ha addosso un asciugamano
scuro che vorrebbe simboleggiare una toga da avvocato; chi si è portato dietro
un mitra giocattolo; e così via.
Il gruppo è
preceduto da uno striscione fatto con un lenzuolo, recante la scritta:
SFIGHEIRA
Incuriositi
da quella strana congrega, numerosi astanti si fermano mentre costoro, tirato
fuori da un Apino 50 un rozzo impianto di amplificazione e alcuni megafoni, si
sistemano sulla spiaggia non lontano dal bar "Capriccio".
Nel 1983,
come molti sanno, ancora non si parlava di rimozione delle carceri di massima
sicurezza dalle isole dell'Arcipelago Toscano; e così, oltre al secolare
carcere di Portolongone (o Porto Azzurro che dir si voglia), a quello della
Pianosa e a quello della Gorgona, esisteva ancora la durissima galera che
occupava oltre metà dell'isola di Capraia. "Andare a Capraia"
significava quindi, perlopiù, andare in gattabuia per un periodo non breve.
Una volta
sistemato il rozzo impianto e impugnati i megafoni, da un qualcosa partirono delle
note assai gettonate in quella lontana estate: quelle di Vamos a la playa
dei Righeira. Il motivo dell'estate. Il tormentone di tutti i giorni. Chiunque,
nell'estate del 1983, doveva sorbirsi quella canzone minimo quindici volte al
giorno.
Il bizzarro
gruppo di giovani ne cantò, in coro, una versione leggermente
modificata.
Tra gli
spettatori sul lungomare, che nel frattempo si erano fatti numerosi, le
reazioni furono variopinte: chi si sganasciava dalle risate, chi si toccava le
parti basse per scaramanzia, chi diceva "bisogna chiamare la
polizia", chi approvava invece per l'intelligente provocazione.
La versione
modificata è pervenuta ai posteri grazie ad una fortunosa registrazione con un
vecchio "Gelosino" portatile, un supporto audiomagnetico che già
allora era obsoleto. La riproduciamo qui per la prima volta in rete:
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh.
Vamos a Capraya
y no tornamo en quà,
trent'agnos de galera
a spese dello Stà'.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh.
Vamos a Capraya
a fà' gli ergastolà',
sul fojo ce sta escritto
"Fine pena jamàs"
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh.
Vamos a Capraya,
quizà se sortirà
de este lugar fetiente,
todos se evaderà.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh.
Vamos a Capraya,
Pianosa y el Gorgòn,
y los màs fortunados
vanno a Portolongòn.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh.
Vamos a Capraya
y no tornamo en quà,
trent'agnos de galera
a spese dello Stà'.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh.
Vamos a Capraya
a fà' gli ergastolà',
sul fojo ce sta escritto
"Fine pena jamàs"
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh.
Vamos a Capraya,
quizà se sortirà
de este lugar fetiente,
todos se evaderà.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh.
Vamos a Capraya,
Pianosa y el Gorgòn,
y los màs fortunados
vanno a Portolongòn.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh oh oh oh oh.
Vamos a Capraya, oh.
Alla fine
dell'esibizione clandestina, il gruppo si disperse rapidamente; due furono
visti montare anche su una barca a remi che si allontanò dalla riva.
Ancora, dopo
quasi trent'anni, perdura il mistero di quella sera. Non si è mai saputo chi
fossero gli autori di quella beffa, né chi abbia redatto il testo modificato
della canzone. La patina del tempo ha ricoperto tutto, ma è ora di consegnare
ai posteri questo remoto episodio. Il carcere della Capraia è stato chiuso già
molti anni fa.
Riccardo Venturi
Si prega di specificare che la foto é di Fabio Guidi
RispondiEliminaFatto! Grazie!!
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