Elba isola di poeti e narratori

Elba isola di poeti e narratori è un'antologia, ma non un' antologia critica perché non sono una critica, né desidero esserlo. E' il percorso di una lettrice che ha con la parola scritta un rapporto emotivo, empatico, emozionale e non intellettuale, che tenterà di dare uno sguardo sugli scrittori elbani e sull’Elba nella letteratura.

domenica 18 agosto 2013

L'isola di Federico Regini



Federico Regini, L'isola ,Edizioni Il Foglio, 2006


E’inutile prendersi in giro, ogni sera è fotocopia delle altre, specialmente in inverno e durante la settimana; sabato invece è ancora peggio.
Che tristezza? Non ne sono tanto sicuro, non credo sia triste, ognuno ha la realtà in cui vive con i pregi e difetti, ma se lo è, allora lo  è per tanti.
E’, cosi, durante l'inverno all'isola tutto si spenge, la maggior  parte dei locali chiude, ne rimangono generalmente aperti due: in uno, quello scelto dalla massa ci vanno tutti, l'altro resta vuoto. Non c’è una scelta di gusto o di merito per il locale, né dipende  dalla bravura o meno del gestore, è solo una questione di culo  come testa o croce, se la massa dice testa tutta la gioventù  dell’isola si reca da testa e ti ritrovi a vedere come tutti gli anni, da quando esci per locali, le solite facce, le solite fiche, le solite serate.
La prima volta che ho alzato le mani in un locale avevo 15 anni, contro un ragazzo di 18 che mi prendeva per il culo, bene per farvi capire come sono monotone le serate basta pensare che con  quello ogni anno in inverno per sette anni consecutivi ci siamo ripresi per quella storia, è allucinante ma la noia e la  monotonia degenera in paranoia e questa porta delle  conseguenze. Ora è due anni che non ci vediamo, lui abita fuori e  in questo momento avrei voglia di offrigli da bere e scambiarci due parole.
Il fine settimana è peggio degli altri giorni, in cui almeno puoi usufruire delle combinazioni dette prima, cerchi mille evasioni che poi diventano prigioni, sogni in pasticca e forza in polvere che smaltisci nei soliti posti e con le solite facce.
Poi capita che ti guardi intorno, sei alterato, vedi l'attuale uomo della tua ex che fa il tonto, ti convinci che ti stia guardando male, parte l'embolo della non ragione e incomincia l'irreparabile; il mio sabato è andato all'incirca così.
Per fortuna il grigiore dell'inverno lascia spazio alla luce della Primavera che annuncia l'estate, ci sentiamo come rinati e le serate non sono più tese, quasi un buonismo aleggia nei privè dei locali. Incominciamo durante il fine settimana a invadere le spiagge, che in questo periodo sono solo nostre, e ci prepariamo alla prima abbronzatura.
Il sole di questo periodo è buono, colora la pelle senza farti male e rimani il sabato e la domenica come una lucertola al Sole con il solo canto del mare a cullarti, meglio di un'ecstasy.
Fratelli e sorelle uniamoci arriva l'estate, arriva la massa dei turisti, giungono gli amici estivi e le nuove fiche da Milano e Bologna, che solo per il fatto che sono di fuori crediamo siano più fiche delle nostre. Ma questa ebrezza dura pochissimo perché per la maggior parte il periodo estivo è fonte di reddito, si lavora sodo per mantenersi in inverno, come un ghiro che fa provviste in estate per dormire in inverno; solamente che il nostro sonno spesso è un incubo.
 Si resiste durante la Pasqua perché sei appena entrato al lavoro e riesci a divertirti e lavorare, ma appena inizia luglio sei già cotto.
In agosto in piena bolgia infernale per fare tutto ti imbottisci di additivi per superare la fatica, discoteca, locali e lavoro; tutto di corsa come all'ultimo sprint dei trecento a ostacoli.
L'ultimo ostacolo è saltato, agosto se ne andato e settembre è arrivato come l'ultimo rettilineo prima del traguardo.
Ottobre è il podio meritato in cui non sei vincitore ma vinto sfinito da cui ricomincia il nuovo inverno con le sue serate; la nostra vita è fatta di sprint e di stop, mai un andamento regolare.
Il primo mese inizia con il racconto di quello fatto durante I’estate con le nuove donne fatte innamorare da cui è difficile farsi dimenticare, con i nuovi amici da andare a trovare, ma soprattutto a far da padroni sono gli episodi con le loro cazzate, che ogni giorno vengono allargati e modificati a dismisura rendendo l' estate di ognuno un sogno.
Alla fine ci si sfava anche di questo e ricomincia l'inesorabile inverno che tutto spenge, anche i nostri cervelli già latenti.
 A volte credo che non ci sia via di uscita a questa catena di montaggio di giornate tutte uguali, o forse non ne voglio  individuare una, perché bene o male questa è la mia vita e seppur  monotona è l'unica cosa che mi appartiene, che sento mia, ma  soprattutto che conosco e quindi non mi fa paura.
(pp.21-23 )

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